Luca Martelli nella Hall of Fame. Al giovane arbitro, che ha salvato il padre da un malore, il premio ‘Davide Astori’
Mentre stava dirigendo una partita di Seconda Categoria, si è accorto che stava succedendo qualcosa di anomalo in tribuna. La sua prontezza di riflessi, il primo soccorso e il defibrillatore hanno portato questa storia ad un lieto finemercoledì 2 agosto 2023
È una domenica di fine inverno, di quelle in cui la primavera inizia a fare capolino nel grigiore dei tempi più freddi. Ed è una domenica come tante altre, in cui gli impegni del calcio dilettantistico riempiono i calendari. In terra lucchese, a Borgo a Mozzano, si sta disputando una gara del campionato di Seconda Categoria tra i padroni di casa e il Barga. A dirigere la sfida c’è un giovane arbitro, che di nome fa Luca e di cognome Martelli: ha venti anni, una grande passione per questo sport e nella vita frequenta il primo anno di università, facoltà di Filosofia.
“Ricordo che la partita in sé era nella norma. Eravamo circa a metà del secondo tempo e non c’era una grande tensione in campo da scatenare quello che avrei poi visto” racconta Luca. “Noto infatti che i giocatori di entrambe le squadre si fermano dalla parte opposta del terreno di gioco rispetto a dove ero io. È molto strano, penso. E subito mi avvicino per capire meglio cosa stia accadendo. Sono tutti vicino alla rete che divide gli spettatori al campo. Arrivo e vedo una persona a terra, priva di sensi: è mio padre. Faccio il giro lungo, perché non esiste una via veloce per arrivare sugli spalti. Passo dagli spogliatoi, mi precipito. Corro il più veloce possibile. Devo aiutarlo, salvarlo. So bene in cosa consista il primo soccorso, perché ho fatto un corso alla Pubblica Assistenza e ad aiutarmi ci sono spettatori, un giocatore, un dirigente e anche un osservatore arbitrale, venuto lì su quel campo per giudicarmi come direttore di gara e ora accanto a me, per aiutarmi. Con il defibrillatore lo abbiamo salvato”.
Oggi Luca può sorridere insieme al padre, salvato da quella prontezza di riflessi e di operato. “È rimasto sorpreso e stupito dalla mia pronta reazione” racconta, facendo assaporare dalle sue parole tutta la gioia. Un gesto che racchiude tanti sentimenti e che ha portato Luca Martelli ad entrare nella Hall of Fame del calcio italiano, aggiudicandosi il premio fair play intitolato a ‘Davide Astori’. Il suo nome segue quelli di Igor Trocchia, Romelu Lukaku, Mattia Agnese e Simon Kjaer, ed è segnato in un prestigioso elenco per ricordare a tutti il suo gesto. “Mi fa molto piacere essere per di più il primo arbitro ad aggiudicarsi questo riconoscimento. Ma l’importanza del premio va al di là del ruolo”.
Luca Martelli (nella foto di copertina insieme al padre, ndr) parla con la precisione di un ‘veterano’, che fa quasi dimenticare il fatto che questo agosto compirà vent’anni. “La mia passione per il calcio mi ha portato a fare l’arbitro. Lo faceva un mio compagno di classe e ho voluto provare anch’io: ho trovato un bellissimo ambiente. E poi mi interessava l’aspetto decisionale di un direttore di gara”.
Studia Filosofia, gli piacciono soprattutto Socrate e Kant (“sono i primi due nomi che mi vengono in mente, ma sarebbero un discorso troppo lungo da affrontare…”) e i due arbitri italiani a cui si ispira sono “Doveri e Maresca. Già prima che venisse alla mia sezione arbitrale di Pisa per una riunione tecnica, mi piaceva molto Maresca per il suo modo di dirigere le gare. E dopo l’accaduto mi ha chiamato: mi ha fatto estremamente piacere”.