Guanti da portiere "Hunisport" di Luca Bucci.

Luca Bucci
Campionato Italiano 1985-1986
1985-1986

Notizie

Sino alla fine degli anni 70 chi andava tra i pali preferiva stare a mani nude o con dei guanti primordiali o addirittura di fortuna. Curioso il caso di Adriano Bardin del Lanerossi Vicenza, che indossava guanti realizzati dalla suocera. Una fonte inesauribile di cimeli è lo storico sito tedesco falksiemering.de, dove consultando la sezione dei cataloghi storici, troviamo modelli in "cottonspago", in lana, in pelle (utilizzando quelli da fantino o da motociclista...), con inserti in gomma identici a quelli delle racchette da ping pong, o addirittura in spugna di cotone Nel catalogo 1974 della Reusch, l'ultimo paio è quello indossato da Sepp Maier nella finale del Mondiale dello stesso anno contro l'Olanda di Cruyiff, che aveva tra i pali Jongbloed che giocava senza guanti. Si può intuire che, lontani dagli sviluppi tecnologici nell'uso e lavorazione dei materiali odierni, i portieri tendevano ad avere poca fiducia nella presa offerta da questi articoli, preferendo la mano (ruvida, callosa e temprata da anni di allenamenti) e rischiando palmi, nocche e dita ad ogni intervento. Era anche meno sviluppata la tecnica di protezione delle articolazioni con nastri adesivi specifici. I primi modelli di guanti da portiere professionali sono prodotti dalla Reusch, già specializzata nella produzione di guanti da sci e quindi con le conoscenze adeguate per realizzare dei prodotti per uso specifico nel calcio. L'immagine che può segnare il primo vero successo internazionale del guanto da portiere, così come lo conosciamo oggi, è quella di Zoff ai Mondiali del 1982, quando con il mitico modello grigio con palmo rosso (lo "040" della Uhlsport) vinse la Coppa del Mondo. Da quel momento, indossare un paio di guanti è diventata la norma.