SGS Femminile

La Nazionale femminile incontra gli studenti di Benevento. Presenti oltre 400 bambini

Presenti all'iniziative le calciatrici Cristiana Girelli, Benedetta Glionna e Martina Rosucci

giovedì 7 novembre 2019

La Nazionale femminile incontra gli studenti di Benevento. Presenti oltre 400 bambini
In occasione della gara contro la Georgia, valida per le qualificazioni ai Campionati Europei, le calciatrici della Nazionale italiana di calcio femminile hanno incontrato a Telese gli alunni delle scuole del territorio. Oltre 400 i bambini presenti all'incontro organizzato dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, con Cristiana Girelli, Benedetta Glionna e Martina Rosucci, che hanno risposto volentieri alle domande dei ragazzi.
Come avete fatto a raggiungere un livello così alto e competitivo?
"La nostra è stata una lotta non soltanto calcistica, ma culturale. Ci siamo dovute fare spazio come donne in un ambiente un po' maschilista. Per questo dobbiamo ringraziare le battaglie delle calciatrici degli anni precedenti, se non fosse stato per loro noi adesso non saremo qui".
Il calcio è sempre stato uno sport maschile, quali sono stati i pregiudizi che avete dovuto affrontare?
"Ho iniziato a giocare a calcio alla tenera età di sei anni, e fino ai 14 giocavo assieme ai maschi. Mi ritengo fortunata perché non ho subito nessun tipo di discriminazione e pregiudizio, mi rispettavano, sia dentro che fuori dal campo. Il consiglio che posso dare è di coltivare fino in fondo le passioni e le aspirazioni che si hanno nella vita, senza timore."
C'è mai stato qualcuno che vi ha detto di lasciar perdere?
"Certo! I primi sono stati i nostri genitori. I bambini non sono condizionati, seguono l'istinto ma spesso i genitori mettono i freni perché credono che il calcio non sia uno sport da ragazzine. Ricordo che mi dicevano che avrei fatto le gambe grosse, che non era uno sport adatto a me. Per questo motivo smisi di giocare, per un anno. Poi mia mamma si rese conto che ero infelice senza questo sport, allora mi disse - Se giocare a calcio ti rende felice, fallo! - Gli ostacoli ci saranno sempre, ma con la passione si superano!"
Anche nel calcio femminile esiste il razzismo nei confronti delle ragazze di colore?
"Per fortuna no! Secondo me c'è molta più sportività rispetto al calcio maschile. Non c'è razzismo né discriminazione, ci si aiuta a vicenda e soprattutto si rispetta l'avversario."

Come vi sentite quando entrate in campo e quando segnate un gol?
"Ci sentiamo libere. Libere di sfogarci, di combattere, di divertirci. La cosa bella del calcio è la condivisione che si crea tra compagne e la passione per questo sport, che ci riconcilia con la bambina che è in noi."

Come si svolge la vostra giornata?
"Molto semplice, sveglia, colazione e subito al campo dove incontri le compagne e ti alleni. Poi torni a casa, mangi, studi e vai a dormire. Il valore dello studio è molto importante e non va sottovalutato, non ho mai tralasciato la scuola per gli impegni calcistici, a costo di studiare fino a notte fonda. È stato questo il sacrificio più grande che ho fatto, ma ne è valsa la pena. Noi facciamo della passione il nostro lavoro, per questo siamo felici così!"
La manifestazione, presentata da Francesco Saverio Stanco, si è conclusa con una serie di premiazioni che hanno visto coinvolti i rappresentanti istituzionali, tra cui il Coordinatore SGS Campania, Giuseppe Madonna, il coordinatore regionale MIUR per l'educazione fisica e sportiva, Raimondo Bottiglieri, e il presidente del comitato regionale FIGC Campania, Carmine Zigarelli.