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Calcio e disabilità, presentato il protocollo d’intesa tra la FIGC e il Comitato Italiano Paralimpico

La FIGC è la prima federazione al mondo a dotarsi di una Divisione per il calcio paralimpico e sperimentale. Gravina: “Il calcio è uno e il mondo della disabilità ne deve far parte”

giovedì 17 ottobre 2019

Calcio e disabilità, presentato il protocollo d’intesa tra la FIGC e il Comitato Italiano Paralimpico

Il calcio come strumento di inclusione, la FIGC in prima linea per promuovere e incentivare la diffusione della pratica calcistica per persone con disabilità. È stato presentato questa mattina nella Sala del Consiglio di via Allegri il protocollo d’intesa che la Federcalcio ha siglato con il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), un accordo volto a massimizzare le potenzialità di sviluppo del gioco del calcio da parte della popolazione con disabilità. Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente della FIGC Gabriele Gravina, il presidente del CIP Luca Pancalli, il segretario generale della FIGC Marco Brunelli e il presidente della Fispes Sandrino Porru.

Il documento ha di fatto attivato l’iter per l’istituzione di un tavolo di lavoro con le Federazioni paralimpiche (Fispes, Fispic e Fisdir) per individuare le discipline da trasferire in seno alla Federcalcio, i piani di sviluppo e le relative tempistiche, nonché le necessarie certificazioni mediche, le classificazioni degli atleti e la formazione dei tecnici.


La FIGC, che ha creato una Divisione ad hoc, potrà essere autorizzata ad organizzare attività calcistiche sperimentali in aggiunta a quelle regolamentate dagli organismi internazionali che sovrintendono le attività calcistiche praticate da persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.
“Siamo la prima federazione a livello mondiale che avrà una Divisione di questo tipo – ha sottolineato Gravina – il presidente Pancalli mi ha fatto un bellissimo regalo. Si tratta di una delle più belle dimensioni a livello sportivo, che mette in luce l’elogio dei sentimenti, la voglia di competere degli atleti e l’esaltazione dei grandi sacrifici delle famiglie di questi atleti. Il mondo del calcio ha il dovere di valorizzare tutto questo”.

Dopo aver precisato che la Divisione avrà una sua autonomia e una struttura operativa, il presidente federale ha ricordato quanto fatto per il movimento paralimpico italiano da quello che di fatto è stato il suo fondatore, Franco Carraro, auspicando per l’ex presidente di CONI e FIGC un coinvolgimento nel progetto e un ruolo nella nascente Divisione: “È un processo che parte da lontano – ha aggiunto Gravina – dalla sensibilità che si è via via sviluppata in seno alla Federcalcio, dall’attività svolta con le Leghe negli ultimi anni e dalla disponibilità mostrata dal presidente Pancalli. Grazie alla convenzione firmata nel 2017 con il CSI è stato avviato il torneo ‘Quarta Categoria’ per gli atleti con disabilità cognitivo-relazionali, e l’esperienza positiva che ne è maturata ci ha convinti di questo passaggio ulteriore, definendo con il CIP un quadro di collaborazione diretto e ancora più ampio. Il calcio è uno e il mondo della disabilità ne deve far parte con la stessa dignità: il nostro è un messaggio chiaro che da oggi trova un riscontro anche in termini ufficiali”.

Attraverso la Divisione si punta a far crescere ‘Quarta Categoria’, il torneo sperimentale di calcio a 7 per calciatori e calciatrici con disabilità intellettivo-relazionali varato nel 2017 dalla FIGC in convenzione con il CSI. ‘Quarta Categoria’ conta su 116 società, 3000 tesserati e oltre 80 club professionistici o di Serie D ‘adottanti’ in 11 regioni.

Il presidente del CIP nonché ex commissario straordinario della FIGC Luca Pancalli ha evidenziato come quella odierna sia una giornata storica per la federazione: “La casa del calcio italiano si apre alle attività calcistiche praticate da persone disabili. Da oggi parte un nuovo percorso, stiamo scendendo tutti in campo con la stessa maglia e sono convinto che i risultati arriveranno. L’obiettivo di questo Protocollo è quello di riunire la grande famiglia del calcio italiano che, grazie al lavoro svolto sino ad ora dalle Federazioni Paralimpiche e dagli Enti di Promozione, può vantare numerose realtà in tutto il territorio nazionale e migliaia di atleti con disabilità. Il calcio resta una delle grandi passioni popolari del nostro Paese. La bellezza di questo sport è anche nel saper arrivare con facilità al cuore delle persone, come le storie dei nostri campioni. Oggi stiamo compiendo il primo passo di una piccola rivoluzione che ci auguriamo possa far crescere ulteriormente il movimento paralimpico e tutto lo sport italiano”.