Progetti EU

Al via in FIGC il progetto ‘Football for a better chance 2.0’

Con la prima riunione organizzativa, è iniziata la prima fase del percorso triennale volto a contrastare la marginalizzazione sociale dei giovani a rischio, finanziato dall’UE e di cui la FIGC è capofila.

venerdì 19 febbraio 2021

Al via in FIGC il progetto ‘Football for a better chance 2.0’

Con il saluto rivolto da Pier Marcello Corrado, Rappresentante della Sport Unit della Commissione Europea, ha preso il via ufficialmente il progetto “Football for a better chance 2.0”, il percorso formativo finanziato dall’ Unione Europea e di cui la FIGC è capofila, volto a contrastare la marginalizzazione sociale ed economica dei giovani appartenenti alle fasce più disagiate della popolazione, a rischio radicalizzazione. Alla riunione organizzativa, svolta in videoconferenza, hanno preso parte i rappresentanti della FIGC con in testa il Segretario del Settore Giovanile e Scolastico Vito Di Gioia, Luca Nicola e Valerio Giovannini (UEFA Football Social Responsibility), la rappresentanza dell’Università di Modena e Reggio Emilia, partner accademico del progetto, guidata da Loris Vezzali e Giovanni Gobbi; e infine i rappresentanti delle federazioni calcistiche di Repubblica d’Irlanda (FAI), Malta (MFA), Slovenia (NZS) e Spagna (RFEF).

“A partire dal 2016 – ha ricordato Pier Marcello Corrado – la Commissione Europea ha gradualmente intensificato gli interventi a sostegno delle politiche di responsabilità sociale volte all’inclusione, attivando nello stesso tempo delle iniziative specifiche nell’ambito del programma Erasmus, con particolare attenzione alla disabilità e alla lotta contro la dispersione scolastica”. Progetti che anche in ambito UEFA riscontrano una attenzione sempre maggiore non solo sotto il profilo della responsabilità sociale, ma anche come strumenti atti a favorire opportunità di condivisione nonché di scambio di rispettive competenze ed esperienze tra le federazioni associate. “Come UEFA siamo pronti ad offrire il nostro contributo e giocare un ruolo importante in termini di comunicazione e disseminazione – ha sottolineato Nicola – Siamo fiduciosi che il consorzio di partenariato costituito attorno a questo progetto possa ottenere buoni risultati”.

La Federcalcio sarà l’organizzazione project leader di ‘Football for a better chance 2.0’, con il Settore Giovanile e Scolastico federale chiamato a rivestire un ruolo essenziale: “Ringraziamo la Commissione Europea – ha affermato Vito Di Gioia - per il supporto e il contributo offerto nell’organizzazione di questo progetto. La presenza della UEFA ci consente di costruire questo network assieme alle federazioni di Spagna, Malta e Slovenia. Come FIGC, partendo dalle esperienze maturate nell’ambito grassroots, inizieremo a sviluppare il lavoro preliminare internamente ai nostri dipartimenti e assieme ai colleghi dell’UNIMORE, unendo le rispettive esperienze a supporto delle giovani generazioni”.

Il programma, nello specifico, è sviluppato su base triennale ed è rivolto ai giovani compresi nella fascia di età tra i 14 e i 18 anni, appartenenti alle fasce sociali più svantaggiate e individuate come maggiormente a rischio di radicalizzazione. Focalizzato sulla valorizzazione del ruolo sociale, educativo e aggregativo del calcio, esso si propone di sviluppare ulteriormente il percorso condotto nella prima edizione attraverso un programma di 30 attività, sviluppate nei paesi partecipanti da altrettanti team in 5 aree distinte: coesione di squadra, autonomia decisionale, coscienza civica (rispetto delle regole attraverso il gioco), responsabilità sociale, pianificazione del futuro.

Partner accademico dell’iniziativa è l’Università di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE), già coinvolta nel ‘progetto 1.0’ svolto dalla federcalcio della Romania (FRF). La metodologia prevede la formazione sul territorio di tutor che verranno coinvolti nelle varie attività con i ragazzi, il coordinamento degli stessi presso 10 club calcistici selezionati in ciascuno dei paesi partecipanti, e infine il monitoraggio sul campo. “Cosa vogliamo fare? Attrarre più gente ed educatori – evidenzia Loris Vezzali della UNIMORE - sviluppare il lavoro in maniera flessibile nel rispetto delle differenze situazioni presenti sui territori coinvolti; che propongano soggetti e obiettivi diversificati, stimolino all’autovalutazione, che siano riproducibili su vasta scala in ambito sociale. Il nostro obiettivo - conclude Vezzali – è di elaborare nel breve periodo assieme a FIGC una bozza preliminare delle attività da svolgere, sulla base della sua consolidata esperienza in materia di formazione sportiva”.